Un giardino pensile a Portovenere: intervista con l’architetto Virginia Neri

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Nel cuore del pittoresco Golfo dei Poeti tra Liguria e Toscana, il Grand Hotel Portovenere si conferma ogni anno come un faro di eccellenza nel settore del turismo.

Con la sua capacità di rinnovarsi costantemente, l’hotel si distingue per il continuo miglioramento dei suoi spazi, dalle camere alle suite, dal ristorante agli arredi degli spazi comuni.

Ogni novità è pensata per sorprendere e superare le aspettative della sua clientela, contribuendo al contempo ad accrescere l’attrattività di Portovenere, un gioiello Patrimonio dell’UNESCO e porta d’accesso alle Cinque Terre.

Oggi, ci concentriamo su una delle novità più affascinanti del 2025: il giardino pensile, ideato dall’architetto Virginia Neri, una scelta progettuale che rinnova ulteriormente il legame dell’hotel con la natura e la tradizione del luogo.

Avevamo già intervistato Virginia in passato per parlare delle scelte progettuali per le nuove suite e il restyling del ristorante al Grand Hotel Portovenere.

Portovenere Roof Garden

Virginia, ci puoi raccontare come è nata l’idea di creare un giardino pensile al Grand Hotel Portovenere?
L’idea di un giardino pensile è nata dal desiderio della direzione del Grand Hotel Portovenere di creare un dialogo tra la storicità del convento del XVII secolo che ospita l’hotel e il paesaggio circostante.
Volevamo un intervento che fosse contemporaneo, ma allo stesso tempo rispettasse e valorizzasse il contesto storico e naturale.
Il giardino pensile è stato pensato come un “giunto” tra il vecchio e il nuovo, un legame con il manufatto storico, il cui chiostro adibito a orto che sorgeva all’interno del convento.

Come si integra questo giardino con il paesaggio e l’ambiente circostante?
Il giardino pensile crea una continuità visiva con il paesaggio circostante: il verde degli “orti” all’interno delle mura del borgo, i giardini a balze delle ville circostanti e i pini che caratterizzano la piazza Bastreri e il lungomare.
È un intervento che risponde a più aspetti: tecnologico, paesaggistico, monumentale e naturalistico.
Non solo contribuisce a migliorare il comfort interno dell’hotel, ma ha anche un impatto positivo sull’ambiente, favorendo la biodiversità e il risparmio energetico e riducendo l’impatto ambientale.

Ci puoi parlare delle specie scelte per questo giardino?
Abbiamo scelto specie autoctone, tipiche della macchia mediterranea, resistenti alla salsedine e all’aerosol marino. L’idea era quella di sviluppare un progetto che fosse in sintonia con la vegetazione del sito di intervento o con piccole nicchie ecologiche nel territorio prossimo.
Le piante, come l’Artemisia, la Valeriana e il Panico virgatum, offrono colori, fioriture e tessiture diverse durante le stagioni. Ogni specie è stata pensata per creare contrasti vibranti, che cambiano a seconda dei venti, raccontando le stagioni e la cultura del nostro territorio.

C’è una specie in particolare che ti piace molto?
La cosa che preferisco di questo giardino è la sinergia creata dall’insieme di colori e tessiture di tutte queste specie. Una specie molto particolare è sicuramente il Critmum maritimum, il finocchio di mare. È una pianta profumatissima, che può crescere sulla sabbia e tra le rocce. È molto presente nella cucina mediterranea e racconta perfettamente la connessione tra il giardino e il mare.

Hotel Roof Garden in Portovenere (1)

Qual è il messaggio che il giardino vuole trasmettere ai visitatori?
Il giardino pensile non è solo un elemento di bellezza, ma racconta una storia. Una storia di connessione con il territorio, i suoi profumi, i colori e la sua cultura. È un luogo dove la natura e la storia si incontrano. E’ un invito agli ospiti che possono godere di questa vista, ad una riflessione sulla bellezza del nostro paesaggio e all’importanza di preservare ambiente e biodiversità.


About Virginia Neri

Nata a Sarzana, in provincia di La Spezia, Virginia Neri risiede a Castelnuovo Magra, tra i colli di Luni. Ha frequentato la Facoltà di Architettura di Firenze, laureandosi con lode con una tesi di Restauro su un tema di archeologia industriale, successivamente sviluppato in pubblicazioni scientifiche. Dal 2007 esercita la professione e collabora con l’Università di Firenze come Cultore della materia per il corso di Restauro. In ambito accademico, nell’aprile 2013 ha discusso la tesi di master di II livello su un progetto contemporaneo per un luogo storico, il castello Malaspina di Fosdinovo (MS). Attualmente sta completando la tesi di dottorato di ricerca in Strutture e Restauro dell’architettura e del patrimonio culturale. Nell’attività professionale ha collaborato con diversi studi di architettura per progetti di immobili a destinazione residenziale e da diversi anni si occupa anche di progettazione del verde e installazioni temporanee.


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