Lo sapevi che, in Israele, La Spezia è conosciuta come Porta di Sion? Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, il Golfo Dei Poeti svolse un ruolo molto importante: tra il 1946 e il 1948, La Spezia divenne infatti il punto di riferimento per i profughi ebrei dei lager nazisti, desiderosi di raggiungere la “terra promessa” palestinese.
Oggi più che mai il tema della pace internazionale è attuale, riflessioni interculturali e confronti civili tra società, idee e religioni sono utili per raccontare una destinazione.
Dal porto di La Spezia salparono molte navi verso est, al punto che ancora oggi sulle cartine israeliane la città viene indicata con il nome di “Schàar Zion”, la Porta di Sion. Una di queste imbarcazioni, la più grande e la più famosa, si chiamava… Exodus. La storia ci riporta quindi al 1946.
Ai primi di maggio di quell’anno, gli spezzini notarono numerosi individui sconosciuti radunarsi nella zona del Pontile Pirelli. Qui si trovava il Fede, un vecchio motoveliero che era stato appena sottoposto a dei lavori nel cantiere delle Officine Bargiacchi di Portovenere. Inizialmente preoccupati, con la città stremata dalla guerra e distrutta dai bombardamenti, gli abitanti della Spezia scoprirono presto di trovarsi all’epicentro di un caso internazionale sulla questione dell’immigrazione ebraica.
Oltre al Fede c’era anche un secondo motoveliero, il Fenice, entrambi pronti a trasbordare 1.014 profughi. Ma la Gran Bretagna regolamentava l’afflusso controllato dei sopravvissuti in Palestina ed inviò alcune sue navi a bloccare l’uscita delle due imbarcazioni dal Porto della Spezia. Gli spezzini dimostrarono forte solidarietà verso i profughi esasperati e pieni di speranza, portando loro cibo e conforto.
“Proprio il sostegno della gente, la resistenza dei profughi, l’intervento dei giornalisti e la visita a bordo di Harold Lasky, presidente dell’esecutivo del Partito Laburista britannico, costrinsero le autorità londinesi a togliere il blocco alle due imbarcazioni che salparono dal Molo Pirelli a Pagliari alle ore 10 dell’8 maggio 1946″ scrisse il giornalista spezzino Marco Ferrari.
Esattamente un anno dopo, a maggio del 1947, la nave Trade Winds (allestita in Portogallo e rinominata Tikva) imbarcò 1.414 profughi a Portovenere, dove veniva ristrutturata anche la nave President Warfield (proveniente da Marsiglia) per trasportare 4.515 profughi dall’altra parte del Mediterraneo. Quest’ultima nave, che venne rinominata Exodus, divenne la protagonista della più grande impresa dell’emigrazione ebraica: raggiunse dalla Spezia le coste della Palestina dove però venne attaccata dagli inglesi che impedirono lo sbarco ai profughi, avviando però la nascita dello Stato di Israele.
Il 25 Aprile 2006, il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha conferito alla città la medaglia d’oro al merito civile per l’aiuto prestato dalla popolazione spezzina ai profughi ebrei. Ogni anno, la città ospita il premio Exodus dedicato all’interculturalità.
Ringraziamo Gino Ragnetti per il suo contributo nella stesura dell’articolo.
Fonti:
Premio Exodus
Do In Italy
Foto di copertina di Matthieu Rochette (@matthieur68)