Il Golfo dei Poeti è un crocevia di storia. Qui, tra scogliere e baie tranquille, i Romani lasciarono segni tangibili del loro passaggio: ville marittime, attracchi, strutture portuali. Un mondo che riaffiora grazie a chi ancora oggi naviga sulle stesse rotte antiche… scopriamole!
Il Golfo Della Spezia tra storia e vela
La conformazione del Golfo, simile a un ampio fiordo dalle acque calme e protette, lo rendeva ideale per manovre navali in ogni stagione. Date le condizioni favorevoli e la posizione strategica, sia dal punto di vista commerciale che militare, i romani sfruttarono le insenature di Bocca di Magra, La Spezia e Portovenere per approdi e attività portuali.

La dominazione romana sulla zona della Spezia iniziò nel 299 a.C., quando sconfissero i Liguri. Nel 177 a.C. i romani fondarono la colonia di Luni, che prosperò grazie al marmo delle Alpi Apuane. Il suo Portus Lunae, situato vicino alla bocca del fiume Magra, costituì una testa di ponte da cui partirono le truppe romane per la conquista della Sardegna e della Spagna.
Bocca di Magra e la memoria di Luni
Per ripercorrere la storia romana tra vela e archeologia, una volta ormeggiata la barca nel porticciolo di Bocca di Magra, puoi visitare il Museo archeologico nazionale e zona archeologica di Luni. L’area archeologica e il foro comprendono il Capitolium, l’Anfiteatro, numerose dimore private con mosaici e affreschi, la basilica cristiana. È anche possibile ammirare i reperti esposti nelle sale del Museo.

Un altro posto particolare è la Villa romana di Bocca di Magra. Costruita probabilmente tra il I secolo a.C. ed il IV secolo d.C., l’antica residenza estiva era strutturata su più terrazze degradanti verso il mare e l’antico portus Lunae. È visitabile solo su richiesta o in alcuni periodi estivi secondo il calendario delle manifestazioni previste per la Settimana per la Cultura e le Giornate del Patrimonio.
La Spezia: ricordi romani tra i moli e i musei
Proseguendo la navigazione si entra nel cuore del Golfo dei Poeti e si approda a La Spezia. Qui il passato e il presente si abbracciano nei moli, nei vecchi cantieri e nei racconti custoditi nei musei, tra cui:
- Il Museo Tecnico Navale di La Spezia che ha una sezione dedicata all’archeologia subacquea e ai reperti di epoca romana legati al mare trovati nella zona.
- Il Museo civico archeologico Ubaldo Formentini, all’interno del Castello San Giorgio, conserva numerosi reperti romani, tra cui ceramiche, monete, anfore e frammenti architettonici provenienti da scavi nel territorio spezzino e lungo la costa.
Portovenere e la villa del Varignano
Infine, sbarchiamo a Portovenere, uno dei luoghi più suggestivi del viaggio. Con le sue case colorate e la chiesa di San Pietro a picco sul mare, racconta anche un’altra storia, fatta di ville romane e antichi resti, immersi in un paesaggio che toglie il fiato.

La Villa romana del Varignano, nella baia omonima, è uno dei siti più significativi. Era una villa marittima con funzione anche agricola, dotata di impianti per la produzione di olio, mosaici pavimentali e terrazze panoramiche. I resti visibili oggi testimoniano un insediamento stabile e organizzato, collegato direttamente al mare grazie a un piccolo approdo.
Diversi relitti sono stati rinvenuti nelle acque di Portovenere, come quello a sud dell’Isola del Tino, oltre a numerosi carichi di navi affondate con anfore e marmi (fonte: Gazzetta della Spezia).
Il Golfo dei Poeti conserva così, tra onde e scogliere, il ricordo tangibile della navigazione antica, dove ogni scalo racconta un frammento di una lunga storia di mare, commercio e cultura.
Sulle tracce dei porti antichi: il viaggio di Roberto Soldatini
Uno dei moderni navigatori che scelto di percorrere la costa in barca sulle tracce della storia è Roberto Soldatini, autore del libro Alla ricerca dei porti romani. A vela lungo una rotta antica (Mursia, 2024).
Roberto Soldatini non è il classico autore. Classe 1960, romano, è stato direttore d’orchestra e violoncellista per importanti istituzioni. Diretto da una passione che unisce mare, musica e archeologia, Soldatini ha scelto di vivere nella sua barca Denecia II, in compagnia del suo violoncello “Stradi”, trasformando la sua vita in una sinfonia galleggiante dal 2011.

Nel 2018 ha percorso una rotta di oltre 1000 km, da Roma ad Arles, toccando più di sessanta approdi. Tre tappe importanti hanno riguardato il Golfo Dei Poeti: Bocca di Magra, La Spezia e Portovenere, ognuna raccontata con un approfondimento dedicato nel suo libro, che è un diario di viaggio a vela, ma anche un’immersione nella storia, in parte in compagnia di un ospite d’eccezione, il prefetto Rugilio Damaziano, che alleggerisce la ricerca con un po’ di umorismo.
Discover Portovenere Blog ha avuto il piacere di scambiare due parole con Soldatini.
Qual è il ricordo più vivido che conserva della sua navigazione nel Golfo dei Poeti?
Sicuramente l’approdo a Portovenere, un borgo che è rimasto incontaminato. Dalle vecchie fotografie in bianco e nero, fatte negli anni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento, si vede che poco è cambiato. L’ultimo intervento importante, la calata, risale alla fine dell’Ottocento. E non c’è stata appiccicata nessuna bruttura, com’era nella tradizione italiana dal dopoguerra in poi. Né c’è pericolo che lo facciano in futuro, perché l’Arcipelago Spezzino, le Cinque Terre e Portovenere sono un sito Unesco dal 1997. Questo gioiellino italiano è salvo.
Durante il mio scalo ho amato passeggiare per il lungo caruggio, un luogo da “credit card disaster”, per i tanti negozi di artigianato locale, e da “orgasmo papillare”, per i locali dove gustare la cucina tradizionale ligure. E alla fine di ogni giornata, al tramonto non resistevo al richiamo di Lord Byron.

C’è stato un dettaglio, un luogo o un incontro che l’ha particolarmente sorpreso durante il suo passaggio tra Bocca di Magra, La Spezia e Portovenere?
L’incontro con la nave e i volontari di Sea Shepherd, ai quali mi sono poi unito con la mia barca-casa per una incursione antibracconaggio nel Golfo dei Poeti. È un’organizzazione internazionale la cui missione è fermare la distruzione dell’habitat naturale e il massacro delle specie selvatiche in tutti i mari. I suoi uomini sono impegnati a difendere, proteggere e conservare il nostro pianeta, in ogni maniera possibile. Suonare poi per loro, sul ponte più alto della nave, per ringraziarli di quello che fanno per tutti noi, è stato emozionante.
