Sciacchetrà: un assaggio del prestigioso vino delle 5 Terre

In Enogastronomia
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Lo Sciacchetrà è il vanto dei viticoltori delle Cinque Terre. È un passito prodotto principalmente con uve Bosco, Albarola e Vermentino coltivate nei pendii terrazzati delle Cinque Terre. Al termine della vendemmia, le uve vengono lasciate appassire al riparo dal sole per oltre 70 giorni in aree ben ventilate. Una volta diraspate con cura, a volte anche a mano, le uve scelte vengono pigiate e il vino viene solitamente lasciato invecchiare in botti di legno di pero e ciliegio per almeno 1 anno (o 3 anni nel caso dello Sciacchetrà Riserva).

Il risultato è un nettare dolce decantato da poeti e scrittori come Plinio, Boccaccio, Petrarca e Gabriele D’Annunzio. Lo Sciacchetrà è perfetto per accompagnare dolci secchi e formaggi erborinati. È anche un cosiddetto vino da meditazione, ottimo da bere da solo.

Da dove deriva il nome di questo vino? Ci sono molte teorie sull’origine e sul significato dello Sciacchetrà. Alcuni sostengono che derivi dalla parola arcaica “Shekar”, che in ebraico significava bevande fermentate o che nell’antica Grecia indicava il vino offerto agli dei. Secondo la tradizione locale, il nome deriva dal dialetto della Liguria orientale, che combina le parole “sciac e trai” (spremere e lasciare lì)… probabilmente un rimando al modo in cui questo vino unico prende vita.

Ritorno al passato: Sciacchetrà invecchiato in anfore di terracotta

Come accennato precedentemente, lo Sciacchetrà è solitamente prodotto con metodi artigianali vecchio stile che possono comprendere l’invecchiamento in botti di legno e la diraspatura manuale.

L’enologo Heydi Bonanini si spinge oltre e produce un tipo di Sciacchetrà ancora più esclusivo. Il suo “Cinque Terre Sciacchetrà Anfora” invecchia per 18 mesi in anfore di terracotta, proprio come era solito fare in un’epoca ormai remota. Un’altra caratteristica è che le uve per questo vino vengono sempre appassite e sgranate manualmente, una per una, e poi vengono pressate con i piedi.

heroic winemaking cinque terre vineyards
A sinistra: Heydi Bonanini tra le sue vigne eroiche a Riomaggiore. A destra: l’ora della pigiatura dell’uva!

Heydi ha spiegato a Discover Portovenere Blog:

“Ho voluto intraprendere un viaggio a ritroso nel tempo, riportando i vini ai vecchi materiali utilizzati in tempi antichi. […]

Invecchiare i vini in anfora sta diventando una pratica sempre più diffusa, ma è un’arma a doppio taglio: da un lato la micro-ossigenazione determina una maturazione precoce, dall’altro bisogna fare attenzione perché non tutti i vini sono adatti all’anfora in terracotta. Lo Sciacchetrà invecchia molto bene con questo materiale. La sua maturazione (che normalmente raggiunge dopo molto tempo) può essere anticipata un po’ nell’anfora, ma stiamo comunque parlando di anni – da almeno 1 anno fino a 1 anno e mezzo”.

A sinistra: Heydi Bonanini tra una barrique classica e un’anfora. A destra: l’etichetta dello Sciacchetrà invecchiato in anfora.

L’Azienda Agricola Possa di Heydi Bonanini è uno dei partner selezionati per offrire esperienze autentiche agli ospiti del Grand Hotel Portovenere. Grazie all’esperienza “Vino delle Cinque Terre”, gli ospiti potranno scoprire gli eroici vigneti dell’Azienda Agricola Possa e degustare i vini locali sotto la guida esperta di Heydi.

“La degustazione di Sciacchetrà è sempre sorprendente perché consente di mostrare e confrontare lo stesso vino. Il punto di partenza è lo stesso, ma durante la degustazione comparativa i vini sembrano due prodotti diversi in base all’invecchiamento in barrique o in anfora.”

Heydi Bonanini (Azienda Agricola Possa)

La rivista di enogastronomia WineMag.it ha inserito due dei vini Sciacchetrà di Heydi nella sua guida dei 100 migliori vini italiani del 2022.

[photo credits: Azienda Agricola Possa]

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