L’Isola del Tino e la Festa di San Venerio

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L’Isola del Tino è di proprietà della Marina Militare ed è solitamente chiusa al pubblico. Ma ogni anno, in occasione della Festa di San Venerio del 13 settembre, è possibile visitare quest’isola che è patrimonio UNESCO insieme a Portovenere, le Cinque Terre e le isole Palmaria e Tinetto.

Festa di San Venerio 2024: come e quando visitare l’isola del Tino

Il 14 e 15 settembre 2024 sarà possibile visitare l’Isola del Tino partendo da Portovenere e da La Spezia. Questo evento offre un’opportunità rara di esplorare questo angolo di natura incontaminata, scoprire i suoi panorami mozzafiato e godersi la bellezza del luogo!

Sono state organizzate due corse giornaliere sia da Portovenere che da La Spezia, con prenotazione obbligatoria e per un numero limitato di partecipanti. Le visite si terranno esclusivamente il 14 e 15 settembre.

Per informazioni sugli orari e per acquistare i biglietti, visita www.navigazionegolfodeipoeti.it.

Chi era San Venerio, patrono del Golfo dei Poeti e dei guardiani dei fari

monaco san venerio su isola del tino

Il monaco San Venerio nacque sull’Isola Palmaria nel 560 circa e visse in eremitaggio sull’Isola del Tino, dove morì nel 630.

Nelle notti più buie era solito accendere un falò per aiutare le navi ad orientarsi nel Golfo dei Poeti.

Oggi è il patrono del Golfo della Spezia e dei guardiani dei fari.

Venerio entra nel Monastero benedettino di Palmaria e diventa monaco. Poi, però, si trasferisce a Tino, un altro isolotto vicino, perché vuole vivere da solo. Egli fugge da un ambiente dove non si rispetta abbastanza la Regola benedettina, basata solo sulla preghiera e sul lavoro. Così, pensando che «è meglio stare da soli che male accompagnati», va a fare l’eremita. In questo isolotto Venerio prega e si rende utile a tutti, soprattutto ai poveri. Per gli umili pescatori, con i suoi consigli da esperto marinaio, l’eremita trova ingegnose soluzioni come quando costruisce una vela per migliorare la navigazione. Quando si fa sera, Venerio raccoglie rami e arbusti e accende un grande falò nel suo isolotto per illuminare la notte e rendere più sicura la rotta dei pescherecci. [testo di Mariella Lentini su santiebeati.it]

Alla scoperta dell’Isola del Tino

Riportata nelle carte medievali col nome di Tyrus maior, l’isola del Tino ha una superficie di circa 130.000 mq ed un perimetro di quasi due chilometri.

Sulla sommità dell’isola, a 122 m, sorge l’iconico faro del XIX secolo, una costruzione fortificata neoclassica che nel corso del tempo ha visto numerosi cambiamenti. Rappresenta un esempio di transizione tra le costruzioni militari di scuola francese e le più recenti fortificazioni del XIX secolo.

Tino Island Lighthouse by Elisabetta Cesari
Il pittoresco Faro dell’Isola del Tino [foto di Elisabetta Cesari]

Nella parte settentrionale si trovano i ruderi del monastero di San Venerio, mentre sulla punta a nord-ovest c’è la Batteria Ronca costruita negli anni Venti del XX secolo come parte del sistema fortificato del Golfo della Spezia.

Sul luogo dove fu trovato il corpo di San Venerio, nel VII secolo fu edificata una cappella, trasformata poi in abbazia nell’XI secolo.

Sull’isola c’è anche un piccolo museo (accessibile in occasione della festa di S. Venerio) con i reperti archeologici rinvenuti in zona, tra cui anfore, frammenti di lucerne e monete di epoca romana.

Isola del Tino [foto di Elisabetta Cesari]

La chiusura al pubblico ha permesso all’isola del Tino lo sviluppo naturale di una vegetazione lussureggiante. Tra le specie vegetali possiamo trovare: lecci che arrivano fino a 25 metri di altezza, il finocchio marino, la cineraria marittima, l’eufobia arborea, il papavero cornuto, la ginestra, il fico degli ottentotti, la valeriana rossa, il timo, il mirto e il rosmarino.

Tra i muretti a secco dell’isola è possibile scorgere il tarantolino, il più piccolo geco italiano e specie endemica, e la lucertola muraiola. I cieli sono popolati dal gabbiano reale e dal falco pellegrino.

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